- Un accordo con caratteristiche simili a quello attuale era in discussione da tempo. La responsabilità del ritardo nelle trattative ricade chiaramente sul governo israeliano (più interessato a massacrare il maggior numero di palestinesi possibile ed estendere l’occupazione, che a riportare a casa i prigionieri), e sulla politica USA e le macchinazioni legate alle elezioni presidenziali.
- Sia Biden che Trump rivendicano l’accordo e se ne intestano il merito, ma sia chiaro che entrambi sono stati (e sono tuttora) complici del massacro a Gaza. Lo stesso vale per la maggior parte dei politici italiani e della democraticissima Europa.
- Il cessate il fuoco (se ci sarà davvero e se durerà…) purtroppo non risolve la situazione. Chiaramente rappresenta un sollievo per la popolazione stremata di Gaza, ma la lotta non si ferma. Questa andrà avanti finché al popolo palestinese non saranno riconosciuti i suoi diritti e la sua autonomia.
- Anche se adesso i media cercheranno di far passare la questione in secondo piano, definendola “risolta”, non possiamo abbassare la guardia. Non c’è perdono per i criminali di guerra al governo di Israele, i loro complici internazionali, ed i profittatori che su questa tragedia hanno lucrato e continuano a lucrare.
Riguardo a quest’ultimo punto, segnaliamo l’appuntamento di domani mattina (Sabato 18, ore 11.30) in piazza San Marco, iniziativa organizzata all’interno delle giornate di mobilitazione nazionale contro la filiera della guerra e la complicità del nostro governo con il genocidio e l’occupazione.


